Nella conferenza stampa annuale del 4 aprile, Bio Suisse ha presentato le cifre principali del mercato del bio in Svizzera. Anche se la cifra d’affari è leggermente diminuita, la quota di prodotti bio ha continuato a crescere raggiungendo l’11,2% del mercato alimentare. Ora, con il nuovo label “Bio Cuisine” si punta a soddisfare la richiesta di prodotti bio nella ristorazione.
«Nonostante un aumento costante del costo della vita, nel 2022 in Svizzera sono stati acquistati spesso prodotti bio e la loro quota di mercato è passata dal 10,9 del 2021 all’11,2 del 2022. Percentuale che corrisponde però a un incasso di 3,8 miliardi di franchi, vale a dire 200 milioni in meno rispetto allo scorso anno».
Questo dato, nel comunicato stampa diffuso martedì 4 aprile, viene spiegato da BioSuisse con la situazione eccezionale registrata durante la pandemia. «È il 2021 che esce dalla norma. Il 2022 invece, se si considera il trend medio del fatturato a partire dal 2019, è perfettamente in linea, continua infatti la crescita media annua di 200 milioni di franchi». Nel blog pubblicato sul sito di Bio Suisse, Balz Strasser si dice molto fiero della crescita dello 0,3% nel 2022, perché in pochi avrebbero scommesso che non ci sarebbe stata una correzione verso il basso di questa percentuale dopo il covid. E alla domanda sul calo della cifra d’affari, il direttore di Bio Suisse fornisce una risposta più estesa: «Ormai lo sanno tutti che il commercio al dettaglio l’anno scorso ha registrato cifre d’affari inferiori. C’entra naturalmente il covid. Nella fase acuta della pandemia abbiamo cucinato molto a casa e acquistato molto di più. È chiaro che ora non è più così, cosa che si riflette anche sulla nostra cifra d’affari».
Cambiamenti strutturali nel commercio: ormai il bio non è più un settore di nicchia
«L’evoluzione varia molto in funzione del canale di vendita. Mentre Coop, leader del biologico in Svizzera, ha registrato un leggero calo (-3,6%), Migros, anche se moderatamente, ha continuato a crescere (+ 0,9%). Le variazioni maggiori si sono registrate nei negozi bio specializzati (-14,5%) e nella vendita diretta (-16,5%). I discount hanno registrato tassi di crescita sia positivi che negativi. Anche in questo caso, però, il fatturato è stato superiore al livello del 2019 in tutti i canali di vendita. Il ruolo della grande distribuzione si conferma fondamentale per la crescita del biologico. Senza le solide collaborazioni in atto da molti anni con Coop e ora anche con Migros, il biologico non sarebbe al livello attuale in Svizzera», prosegue il comunicato.
Sempre sul blog dell’associazione, Balz Strasser, a domanda precisa, chiarisce anche quella che è l’evoluzione dei canali di vendita e, a proposito del fallimento della catena di negozi specializzati Müller, risponde che «ha reso evidente un’evoluzione che era ormai in corso da tempo». Non fa nessun riferimento al calo registrato lo scorso anno nella vendita diretta, ma sottolinea come «Alla nascita del bio, i contadini e le contadine avevano a disposizione solo piccoli negozi per vendere i propri prodotti. L’entrata in scena di Coop 30 anni fa ha contribuito molto alla crescita del bio, che oggi non è più un prodotto di nicchia ma un prodotto normale della nostra società».
Più difficoltà a trovare aziende in conversione
«Al momento sono 7’560 le aziende agricole che lavorano secondo lo standard di Bio Suisse su una superficie agricola utile di 187’090 ettari (+10’030 ettari rispetto al 2022). La maggior parte delle nuove aziende bio si è registrata nel canton Berna (+35 aziende biologiche), Zurigo (+28) e Vaud (+23). Con il 64,3% di fattorie biologiche il Canton Grigioni guida la classifica dei cantoni con più aziende agricole bio. Ma con 1’381 aziende biologiche è Berna quello che ne conta di più. In Svizzera, al momento, il 17,3% delle aziende agricole lavora secondo le regole del marchio Bio Suisse (+ 0,5%). Con un aumento netto di 57 aziende, la crescita è stata significativamente superiore al livello dell’anno precedente (+23). Per la prima volta dopo diversi anni Bio Suisse è di nuovo alla ricerca attiva di produttori interessati a convertirsi all’agricoltura biologica. La domanda è elevata soprattutto in campicoltura. “Abbiamo pianificato un’offensiva per la campicoltura e stiamo cercando di convertire al biologico altri 15’000 ettari di campi entro il 2027, vale a dire circa 500 nuove aziende agricole biologiche”, ha spiegato Balz Strasser».
Il prodotto bio deve poter essere riconoscibile anche nella ristorazione
In occasione della conferenza stampa annuale, Bio Suisse ha presentato anche “Bio Cuisine”, il nuovo marchio che intende utilizzare per mostrare la ristorazione sostenibile e aumentare così la percentuale di prodotti biologici nei menu. «Il marchio si basa su un modello semplice, adattato alle realtà e alle esigenze del settore della ristorazione. “Bio Cuisine” ha tre livelli e indica la percentuale di prodotti biologici e a gemma in un ristorante. Bio Suisse prevede di avere 700 ristoranti autorizzati entro i prossimi tre anni e un fatturato aggiuntivo di 120 milioni di franchi».
Bio Suisse. Trad. e adattamento Cristian Bubola