Già da diversi anni, nei mercati ticinesi e non solo, è possibile trovare un idromele prodotto con una ricetta tutta particolare, a km 0. Da poco, alle sue varianti classiche se n’è aggiunta una più leggera.
Dietro alla creazione del 585 si celano l’ingegno e la passione di Christian Fumagalli, che da quasi vent’anni produce liquore di idromele con il Marchio Ticino regio.garantie.
Non è la prima volta che Christian compare sulle pagine di Agricoltore e i lettori più fedeli ricorderanno che alla sua attività nel 2011 era stato dedicato perfino uno Speciale. Eppure, da allora, di idromele sotto i ponti ne è passato parecchio.
Dal liquore al miele
Il prodotto di partenza con cui Christian si è fatto conoscere e che è alla base del 585 stesso è il suo liquore artigianale al miele, il “Nettare degli dei”, che non è altro che idromele miscelato con acquavite prodotta dalla Distilleria Jelmini di Mendrisio. «Inizialmente il miele, che possiede già dei lieviti naturali al suo interno, viene fatto fermentare in acqua», mi spiega Christian. «Per legge, per essere definito idromele deve avere a fermentazione conclusa un minimo di volume alcolico del 7%. Poi questo stesso idromele può essere aromatizzato con frutta o spezie a piacimento. Io lo unisco all’acquavite di uva americana alzando il tenore alcolico e arrivando quindi a ottenere un “liquore all’idromele”».
L’idea di Christian non solo affonda le proprie radici nella tradizione ticinese, ma va a scavare addirittura nell’antichità più remota, riecheggiando quei tempi lontani in cui forse l’idromele era perfino più conosciuto della birra e del vino.

Alla bevanda al miele
Ma torniamo ai giorni nostri e al 585, nome singolare che si riferisce semplicemente alla sua percentuale di volume alcolico di 5,85%. «Credo che un idromele con un tenore alcolico così basso non lo si trovi da nessun’altra parte. La base è però la stessa dei miei altri prodotti e cambiano solo le proporzioni: aggiungo comunque un filo di acquavite, ma contemporaneamente allungo il tutto con acqua di sorgente. Diventa così molto più beverino rispetto al liquore classico e resta anche un po’ più dolce. Può essere gustato da solo, ma anche abbinato a formaggi stagionati e dessert».
In origine, il 585 nasce dalla richiesta della sua clientela. «Mi è capitato in passato che mi dicessero che il mio liquore era troppo forte e quando un cliente mi ha chiesto un idromele a basso tenore alcolico, con varie sperimentazioni, sono arrivato a questa variante».
La prova del nove Christian la fa però alla scorsa edizione della Festa di Redde, a cui per molti anni ha partecipato proponendo i propri prodotti e che gli è rimasta impressa nel cuore. «Considero la Festa di Redde un posto speciale: la prima partecipazione è stata già nel 2009 e grazie ad essa ho fatto conoscere maggiormente il mio idromele. E lì lo scorso settembre ho presentato per la prima volta il 585, ancora con un’etichetta grezza, facendolo assaggiare per vedere se piaceva. Il riscontro è stato molto buono e mi ha dato lo spunto per decidere di immetterlo sul mercato, dove ora si sta guadagnando il suo spazio».
L’etichetta con cui ora viene presentato, affidata al suo grafico di fiducia, segue lo stile degli altri prodotti della sua azienda, la Apis SA: richiama il medioevo, l’antico e allude al suo ingrediente principale, il miele. Non è infatti un caso che l’etichetta sia a forma esagonale, come la cella di un apiario.
L’artigianalità dietro al prodotto
Nonostante la particolare cura nella presentazione dei suoi prodotti, Christian è fiero del fatto che siano artigianali e a km 0. Oltretutto, lavorando oggi come operatore sociosanitario a tempo pieno, quello dell’idromele resta un hobby. «Nel tempo libero spesso e volentieri son qui in produzione o in apiario». Sì, perché una piccola parte del miele di millefiori usato per produrre l’idromele, da qualche anno arriva anche dalla sua attività di apicoltore. «Mi dicevo che sarebbe stato bello produrmi da solo il miele, così da qualche anno ho iniziato anche con l’apicoltura». Si tratta però di piccoli volumi; la maggior parte del miele utilizzato arriva dal suo fornitore storico, l’apicoltura Albachiara di Stabio, che ha diverse arnie in Valle di Muggio.
L’ingrediente fondamentale di tutti i suoi prodotti è anche quello che conferisce la vera e propria caratteristica di artigianalità. «Mi è anche capitato che mi dicessero “non è lo stesso dell’anno scorso”. E certo che non lo è! Anche se gli ingredienti son sempre gli stessi, è il miele che in base alle temperature, alle fioriture e al lavoro delle api è diverso ogni anno».

Un invito a sperimentare
La passione di Christian per l’idromele non si ferma però soltanto alla bevanda. Nel corso degli anni sul suo sito www.idromele.ch sono state infatti raccolte molte ricette che impiegano il liquore di miele, sia nella cucina, sia nella preparazione di cocktail. Le proposte interessanti e appetitose sono già moltissime.
E per il 585? «Per ora l’unico cocktail che ho sperimentato è con prosecco, oppure con prosecco e campari. Il mio invito ai clienti è però sempre quello di provare a sperimentare, sfruttando la fantasia per uscire dall’ordinario».
Andrea Arrigoni