È questo il nome dato a una bella iniziativa da Stefano Bollani e sua moglie Tessa, che mi ha detto: «se chiedi a lui, ti dice che è stata un’idea sua…». È iniziato tutto con una vacanza in un agriturismo in Piemonte qualche anno fa, dove avevano visto qualcosa di analogo.
L’idea consiste nell’affidare un filare specifico a una persona in particolare. Il testo del primo post che ho visto su Instagram recitava più o meno così. «Adotta un filare! Partecipando all’iniziativa potrai vedere il risultato del tuo filare personale. Con un contributo di 100 franchi, ti dedicheremo un filare e durante la stagione ti manderemo aggiornamenti sulle condizioni di vita e le attività in vigna. Infine, se vorrai, potrai essere tu stesso a vendemmiare il tuo filare. A vendemmia ultimata, per ogni quota di 100 franchi pagata, riceverai un cartone di “Impronta” da sei bottiglie. Ti interessa? Contattaci. La stagione è già iniziata».
Ho contattato Stefano e in quattro e quattr’otto ho ricevuto il certificato di adozione di un filare di Merlot in un vigneto sulla piana di Malvaglia. «Ho scelto un vigneto in pianura perché non volevo che si pensasse che cercavo gente per andar a far vendemmia su per i ronchi. Vendemmiarlo poi non è mica obbligatorio». Quest’anno Stefano e Tessa hanno dato in adozione 15 filari mettendo una lettera all’inizio di ognuno, così in ogni momento i genitori adottivi potevano andare a vedere a che punto fosse la maturazione. «L’idea è quella di coinvolgere le persone e sentirle vicine a inizio stagione è un bel sostegno. Poi chissà, magari a qualcuno viene anche voglia di provare a curare una vigna».
Tessa mi ha detto che oltre a qualche conoscente, hanno aderito al progetto anche persone che hanno letto dell’iniziativa su Instagram. «Nell’agriturismo che avevamo visitato in Piemonte era molto più strutturato, con la possibilità di seguire anche la vinificazione, delle degustazioni. Però si trattava di un’altra realtà. Noi abbiamo iniziato con qualcosa di più semplice e la risposta è stata buona».

A me è stato assegnato il filare F e sono andato a Malvaglia per la prima volta martedì 13 settembre, giorno di vendemmia. Ho vendemmiato solo qualche gamba e spostato alcune cassette. Però ho conosciuto Tessa, la moglie di Stefano, che mi ha accolto e con cui ho parlato del progetto. Le ho fatto i complimenti per gli aggiornamenti. «Li ho scritti io, però poi sono stati tutti revisionati con attenzione da Stefano». Me l’aveva già detto suo marito che purtroppo quest’anno non sarebbero riusciti a far coincidere la vendemmia con il fine settimana. «Domani danno pioggia e non possiamo più aspettare. Peccato perché per molti che avrebbero voluto darci una mano con la vendemmia oggi era molto difficile esserci. Magari l’anno prossimo». Quindi lo rifarete anche l’anno prossimo? «Certo», mi ha detto Tessa.
Grazie agli aggiornamenti mensili che ho ricevuto puntuali al mio indirizzo e-mail ho potuto imparare davvero molto sul lavoro in vigna: sulla potatura, la cimatura, l’allegagione, l’invaiatura. Mi è stato spiegato che cos’è il pianto della vite e anche della difficoltà di riuscire a determinare il momento in cui si raggiunge l’equilibrio ideale tra acidi e zuccheri per poi procedere alla raccolta.

Cristian Bubola