Una panoramica completa che spazia dalla storia agli usi e alle proprietà di una pianta erbacea dalle mille sfaccettature. Il coriandolo non solo come simbolo della tradizionale festa in maschera, ma una preziosa risorsa anche per la nostra salute.
Botanica
Il coriandolo appartiene alla famiglia botanica delle Apiaceae (Ombrellifere). È una pianta erbacea annua alta fino a 100 cm, molto aromatica. Le foglie sono ben riconoscibili con la tipica suddivisione in lobi, così come le infiorescenze a ombrella che portano fiori bianchi o bianco-rosati. Da questi in estate maturano i frutti, chiamati comunemente semi, che una volta essiccati appaiono leggeri e vuoti.
È (quasi) come il prezzemolo!
Non solo perché le foglie si somigliano, ma perché nella cultura indiana il coriandolo è considerato l’erba onnipresente in cucina. L’odore delle sue foglie però è molto diverso dal prezzemolo; s’ipotizza che il nome latino Coriandrum rimandi a odori ben poco gradevoli essendo infatti relazionato alla parola greca koris, cimice. Tutt’oggi in alcuni dialetti il coriandolo è chiamato erba cimicina e in molte parti del mondo troviamo una netta divisione tra chi, possibilmente per predisposizione genetica, lo ama alla follia e chi non lo sopporta: alcuni sono addirittura pronti a festeggiare l’ I hate coriander day il 24 febbraio!
Proprietà terapeutiche
Al di là dei gusti personali, il coriandolo è tutt’altro che odiato nelle farmacopee tradizionali, le quali riconoscono la sua efficacia per trattare molti disturbi. Le componenti chimiche maggiormente responsabili delle sue proprietà, tra cui il linalolo e varie aldeidi aromatiche, si trovano principalmente nell’olio essenziale. Gli usi terapeutici più frequenti riguardano disturbi gastrointestinali, dolori addominali, complicanze respiratorie, reumatismi e parassitosi intestinali.
Dai frutti possiamo preparare un infuso per facilitare la digestione e alleviare i gonfiori intestinali, o il vino di coriandolo macerando 20 grammi di frutti contusi in un litro di vino di buona gradazione agitando ogni tanto. Si filtra dopo una settimana e si beve un bicchierino da liquore dopo il pasto. In cucina, uniti a cumino e curcuma danno vita a un’alchimia di sapori alla base di molti curry.
In alcuni casi, il coriandolo viene indicato come afrodisiaco maschile, per aumentare la consapevolezza e la memoria; ma anche nel trattamento dell’ansia e dell’insonnia, delle crisi epilettiche, dell’emicrania e come analgesico1. Quest’ultime indicazioni rimandano più in generale ai suoi effetti sul sistema nervoso.
Coriandoli inebrianti a carnevale
Forse proprio in virtù dei suoi effetti sul sistema nervoso, questa pianta è nota fin dall’antichità per le proprietà ipnotiche e inebrianti. Sono molte, infatti, le citazioni a tal riguardo negli antichi erbari e trattati medici, come ben riporta l’autore contemporaneo Giorgio Samorini2, esperto di piante e funghi psicoattivi. Questi si riferisce a una stretta e curiosa relazione tra la pianta del coriandolo e le feste tradizionali del carnevale, caratterizzate dalla bizzarria e dal travestimento; è il famoso “mondo alla rovescia” che include appunto anche il lancio dei coriandoli. Oggi sono ricavati da pezzettini di carta colorata, ma non è sempre stato così. La parola “coriandoli” sembra derivi proprio dall’usanza di lanciare i frutti del coriandolo ricoperti di zucchero; forse non è un caso che l’ebbrezza carnevalesca fosse accompagnata dal continuo lancio di un frutto che, una volta ingerito in sovradosaggio, poteva indurre un effetto inebriante. Nella baldoria collettiva, anche in certi carnevali svizzeri odierni, si lanciano invece frutti ben più pesanti come le arance.
La maschera con le erbe
La relazione tra carnevale ed erbe medicinali non si limita al coriandolo. La famosa maschera del carnevale di Venezia nota come “il medico della peste” è nata come vera divisa dei medici durante i periodi in cui dilagava la peste. La città era molto esposta al passaggio di persone e quindi alle epidemie. I medici della città si coprivano con un lungo mantello e guanti neri e la famosa maschera bianca a becco lungo. Il becco veniva riempito di spezie ed erbe balsamiche con effetto antisettico e protettivo, tra cui Rosmarino, Aglio, Ginepro e chiodi di Garofano. Più avanti divenne parte integrante del carnevale e un simbolo scaramantico contro la peste.
[1] Sobhani Z, et.al. J. Ethnobotanical and phytochemical aspects of the edible herb Coriandrum sativum L. J Food Sci. 2022;87(4): 1386-1422 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9314633/pdf/JFDS-87-1386.pdf)
[2] Samorini, G. Il “seme pazzo” del Coriandolo. Erboristeria Domani, 2018;409:63-72 (https://samorini.it/doc1/sam/samorini-il-seme-pazzo-del-coriandolo.pdf)
Matteo Politi e Giorgia Tresca