Le annate 2021, con 75,5 tonnellate, e 2022, con 68,5 tonnellate, sono state da record per quanto riguarda i quantitativi di castagne consegnati presso i centri di raccolta. Un successo che viene da lontano.

Dopo la fase pionieristica di inizio anni Novanta del secolo scorso sotto l’egida del Gruppo di lavoro sul castagno, la raccolta centralizzata delle castagne ha beneficiato di una progressiva professionalizzazione a cavallo del millennio sotto la coordinazione iniziale dell’Associazione castanicoltori della Svizzera Italiana a cui è subentrata la ditta di Paolo Bassetti a partire dal 2006.

Il grafico riportato qui sotto evidenzia la tendenza di inizio millennio all’aumento dei quantitativi raccolti, fino ad arrivare a toccare una prima punta di 58 t nel 2006 e di 46 t nel 2009. È poi seguito il periodo buio dovuto all’arrivo e alla incontrastata diffusione del cinipide, con in pratica l’azzeramento delle consegne tra il 2012 e il 2015. Grazie ai benefici effetti dell’arrivo e del controllo biologico da parte dell’insetto antagonista naturale del cinipide (Torymus sinensis), dal 2016 la raccolta delle castagne ha potuto riprendere vigore, arrivando negli ultimi due anni a toccare cifre record. In questo contesto è anche ipotizzabile che la popolazione di insetti carpofagi che di solito danneggiano i frutti si sia momentaneamente ridotta avendo sofferto della mancanza di castagne durante l’epidemia di cinipide.

Una tendenza positiva dovuta al continuo miglioramento della logistica (numero e distribuzione sul territorio dei centri di raccolta), all’adattamento delle categorie di pezzatura delle castagne alle esigenze del mercato (fusione delle due categorie di pezzatura più piccole in una sola per le castagne di peso inferiore ai 13 g), all’adeguamento del prezzo corrisposto (aumentato da 0.80 a 1,50 Fr/kg per la pezzatura inferiore, e a 3.- Fr/kg per le castagne di più di 13 g. Sicuramente di aiuto per i quantitativi raccolti anche l’inventario e l’analisi dell’idoneità delle selve recuperate per un’eventuale raccolta libera delle castagne da parte dei potenziali raccoglitori.

Decisivo, infine, il supporto di Hochstamm Suisse e della ditta Sandro Vanini SA, che in collaborazione con la grande distribuzione hanno proposto vermicelles, yogurt e altri prodotti a base di castagne ticinesi e hanno promosso la vendita delle castagne nostrane fresche. Ricordiamo a questo proposito che le castagne ticinesi di grande pezzatura destinate al mercato del fresco coprono solo il 10% della raccolta totale, mentre il resto è destinato all’essiccazione e alla lavorazione.

Un’analisi dettagliata del grafico delle consegne evidenzia però anche le forti oscillazioni annuali delle consegne. La domanda sorge ora spontanea: le due ultime annate da record rappresentano un evento eccezionale o diventeranno la regola? Un aspetto non secondario, in quanto dalla regolarità della produzione e della disponibilità della materia prima dipende anche la possibilità di pianificare e sviluppare la filiera locale e la linea di prodotti a base di castagne ticinesi. Allo stato attuale delle conoscenze è molto difficile dare una risposta. L’esperienza degli anni passati ci insegna che i quantitativi consegnati nei centri di raccolta tendono a essere maggiori nelle annate in cui gli alberi producono grossi quantitativi di castagne e quando i frutti sono sani. Purtroppo non abbiamo ancora chiarezza sui fattori alla base delle buone annate di produzione. Indipendentemente dai ritmi interni della fruttificazione del castagno, aspetto ancora poco indagato, anche l’andamento meteorologico durante le fasi della fioritura, dell’allegagione e della maturazione dei frutti gioca un ruolo sicuramente importante: un buon equilibrio e una buona alternanza tra periodi di pioggia e di sole sono sicuramente vantaggiosi per la produzione di castagne. Estati estremamente piovose possono infatti limitare l’impollinazione da vento o causare una senescenza precoce delle foglie colpite dalla malattia della fersa.

Sarà quindi interessante seguire l’andamento della raccolta nei prossimi anni, ben consci che il successo di tutta l’operazione non può prescindere dalla grande motivazione e dedizione dei sempre più numerosi raccoglitori che consegnano il frutto del loro lavoro ai centri. Dopo il notevole aumento tra il 2020 (208 raccoglitori) e il 2021 (cifra record di 408 raccoglitori) le consegne nel 2022 sono state effettuate da 365 persone, tra cui spicca uno zoccolo duro di un centinaio di raccoglitori che si attivano ogni anno. A livello di distribuzione geografica i rapporti tra Sopraceneri e Sottoceneri sono abbastanza equilibrati, mentre per quanto riguarda i singoli centri di consegna è Cadenazzo a fare la parte del leone (40% in media), seguito da Vezia (30%), Stabio (media del 20% ca., anche a causa di una significativa diminuzione nel 2022, probabilmente a causa della siccità che ha colpito in modo specifico il Mendrisiotto) e Biasca (10%). In media un raccoglitore consegna ca. 150 kg di castagne, con valori estremi che possono andare da più di una tonnellata a un solo chilogrammo. Valore quest’ultimo più che altro simbolico, ma molto importante ai fini di tutta la campagna: la raccolta e la valorizzazione dei frutti è infatti la miglior premessa per una conservazione attiva del patrimonio delle tradizionali selve castanili recuperate alla gestione.

La filiera della castagna in Ticino è oramai una realtà e la produzione locale permette di trovare sul mercato sia i prodotti stagionali come le castagne fresche per le castagnate nei mesi di ottobre-novembre, sia i prodotti derivati a base di castagne disponibili tutto l’anno come farina e fiocchi di castagne, la pasta di castagne per i vermicelles e prodotti con l’aggiunta di castagne come ad esempio lo yogurt. Prodotti che mostrano e veicolano in tutta la Svizzera l’attaccamento della popolazione ticinese per questo frutto ed il nostro territorio.

Marco Conedera, Eric Gehring, Paolo Bassetti