Ogni anno, sin dal 1954, si svolgono i Campionati del mondo di pesca al colpo “per nazioni” e dal 1981 quelli “per club” o società.
La “pesca al colpo”, pêche au coup in francese, è una pesca praticata per l’appunto “sur un coup”, ovvero su un preciso tratto di sponda di un corso d’acqua. Esistono diverse tecniche di pesca al colpo: la roubaisienne (o canna ad innesti), l’inglese, la bolognese e la canna fissa, ma ognuna di queste presuppone l’utilizzo di una sola canna, con lenza galleggiante, piombatura e un unico amo. Si pesca essenzialmente in specchi d’acqua dolce; fiumi, laghi, canali e in alcuni paesi persino in enormi bacini di canottaggio. I pesci pescati sono principalmente della famiglia dei ciprinidi: carpe, scardole, gardons, abramidi, tinche, cavedani, alborelle, ecc. Il catch and release, ovvero il rilascio del pesce catturato, che durante le gare viene trattato con la massima cura, è d’obbligo. Fatta eccezione per la Svizzera, dove questa pratica non è ammessa dalla Legge federale sulla protezione degli animali, così come non sono ammesse le immissioni di pesci prima di una competizione per “rimpolpare” le popolazioni già presenti in natura.
Esistono due tipi di Campionati del Mondo di pesca al colpo: quelli “per nazioni” e quelli “per club”. Ci sono poi numerosi altri Campionati del Mondo di pesca. Per esempio, quelli sul ghiaccio, a mosca, alla carpa, alla trota, ai “black-bass” (persico trota), alcuni di questi dedicati unicamente ad agonisti di sesso femminile, junior, master o veterani.
Francesco Pervangher, 48 anni, appassionato di pesca al colpo, mi introduce a questo argomento per me totalmente nuovo, spiegandomi che, rispetto ad altre nazioni, come per esempio l’Italia, in Svizzera un pescatore ha più probabilità di superare le selezioni individuali che gli consentono di accedere al Campionato del Mondo di pesca al colpo per nazioni. Questo perché alle gare per la selezione dei partecipanti vi sono in media 35-40 pescatori, contro i 50 dell’Italia, già “scremati” da un bacino di persone ben più ampio del nostro. In Inghilterra, terra di grandi professionisti della pesca, c’è addirittura un allenatore che si occupa personalmente di selezionare i partecipanti alle competizioni internazionali.
Al Campionato del Mondo “per club”, viene invece ammessa la squadra che si è aggiudicata il primo posto al Campionato Svizzero per società. Attualmente in Ticino sono solo tre quelle che partecipano al campionato svizzero per società: il Club pescatori Lugano, il Club pescatori Valle Morobbia e la Lenza Paradiso.
A livello internazionale, le squadre sono composte da 5 pescatori per ogni nazione e le gare si svolgono su due giorni con manches di quattro ore ciascuna. Il punteggio più alto viene ottenuto da coloro che totalizzano il minor punteggio (ma che totalizzano più grammi/chili di pescato). Attrezzature, esche e pasture consentite sono sempre regolamentate in anticipo.

Ma quali sono gli ingredienti necessari all’ottenimento di un titolo mondiale? Secondo Pervangher la ricetta prevede un buon equilibrio di conoscenze, esperienza, preparazione, allenamento e un pizzico di fortuna. Come molti appassionati pescatori, anche lui ha iniziato presto la sua “carriera”: «ho cominciato a pescare a 8 anni e la mia società è sempre stata il Club pescatori di Lugano. Poi, con alcuni amici, ho iniziato a seguire delle gare al colpo in Italia, a Mantova, Parma, in laghi, laghetti e canali. È stato proprio frequentando i pescatori al colpo italiani che ho scoperto un mondo incredibile che non ho mai più abbandonato». Infatti, nel corso degli anni, Francesco ha partecipato a molte gare nazionali e internazionali, gareggiando in ben sette Campionati mondiali per nazioni e tre con i club. «Dai pescatori italiani ho imparato moltissimo. I modenesi sono veramente degli eccellenti pescatori. Sono stati loro a svelare il segreto per pescare le scardole nel fiume Mincio alla nazionale di pesca al colpo italiana e grazie alla loro scoperta l’Italia, nel 1996, vinse il Campionato di pesca al colpo». Ma cosa distingue allora un bravo pescatore da uno meno bravo? Francesco sostiene che un bravo pescatore non resta mai statico durante una gara: «cambiare costantemente la grammatura della lenza, la dimensione del filo o dell’amo, variare il fondo, trovare nuove soluzioni quando i pesci non abboccano è fondamentale. Anche la pastura fa la differenza: si utilizzano diversi sfarinati, terre, mais, canapa oltre alle esche vive come cagnotti, larve di chironomi (larve di zanzara) o lombrichi, ecc. La preparazione è anche importante. Il campo gara va provato in anticipo per ottenere dei buoni risultati. Gli inglesi, per esempio, per potersi allenare arrivano sul posto addirittura due settimane prima della competizione. Infine, c’è l’esperienza abbinata al senso dell’acqua (Fischgefühl) che ti aiutano a capire esattamente cosa è necessario fare nello specchio d’acqua in cui peschi».

Il 10-11 settembre 2022 il Campionato del Mondo di pesca al colpo per nazioni si svolgerà in Croazia con un solo partecipante ticinese: Antonio Minoretti, della società Lenza Paradiso. Al mondiale per club che si terrà invece in Belgio il 23-24 luglio sul canale di Ronquières parteciperà una società del Canton Giura (detentrice del titolo svizzero). «E sai quale ingrediente permette di ottenere degli ottimi risultati su questo canale belga?» mi chiede Francesco al termine della nostra chiacchierata. Sono un po’ in difficoltà nel rispondere alla sua domanda, avendo sempre pescato solo con pane, vermi, camole e nient’altro. Francesco allora puntualizza: «con la cacca di piccione! Si sciolgono dei panetti congelati di cacca di piccione nella pastura e questi hanno la peculiarità di tenerla compatta. Non si scioglie praticamente mai e resta lì, come per magia! Oltretutto non puzza». Scoppio in una fragorosa risata e penso a quel tale che un giorno, osservando attentamente i pesci e la natura circostante, ha capito che la cacca di piccione poteva essere una risorsa fondamentale per attirare l’attenzione di alcuni ciprinidi. Anche se l’idea di utilizzare degli escrementi di volatile può risultare poco poetica, io la trovo semplicemente geniale. Geniale come quei pescatori modenesi che per primi hanno capito che le scardole gradiscono le larve di crisalide solo se ben cotte, meglio se bollite, permettendo all’Italia di far vincere il Campionato mondiale di pesca al colpo del 1996. Il mondo della pesca non smetterà mai di meravigliarmi.
Karin Motta