Nel corso del 2018 ricercatori dell’università di Adelaide (Australia) in collaborazione con il WSL di Cadenazzo hanno effettuato uno studio sull’impatto dei cambiamenti climatici a livello socio-ecologico sul sistema vitivinicolo del Canton Ticino.
Si tratta di una ricerca di tipo qualitativo che si è basata sostanzialmente sulla percezione di un gruppo di viticoltori, una selezione di 10 operatori professionisti e di 5 part-time in rappresentanza delle principali regioni viticole del Ticino, che hanno accettato di rispondere a un protocollo di domande semi-aperte nell’ambito di un’intervista con i ricercatori.
Le risposte rilevano da una parte alcuni innegabili vantaggi legati a un aumento delle temperature e a un conseguente allungamento della stagione vegetativa a garanzia di una rapida e migliore maturazione delle uve, anche alle quote superiori. Sull’altro piatto della bilancia vi è però la crescente variabilità climatica caratterizzata da siccità prolungate alternate a periodi di frequenti e violenti piogge o da episodi estremi quali le grandinate, che rendono la gestione dei vigneti molto più problematica, specialmente per quanto riguarda la prevenzione e la mitigazione dell’impatto delle malattie e degli insetti nocivi. Piogge frequenti in alcuni periodi chiave dell’anno accorciano infatti in modo significativo le finestre temporali utili per i trattamenti fitosanitari, rendendo problematica la pianificazione dei lavori. I differenti ritmi di maturazione, con in particolare un possibile sbilanciamento dei tassi di zucchero rispetto all’acidità delle uve e le temperature più elevate durante la vendemmia possono da parte loro andare a incidere anche sul processo di vinificazione.
Un impatto importante del cambiamento climatico è quindi quello di rendere più onerosa e problematica la coltivazione delle uve Merlot, vitigno simbolo della produzione di qualità e che rappresenta l’80% della produzione ticinese. Una transizione verso vitigni alternativi più resistenti pone d’altra parte i viticoltori di fronte all’incognita del mercato e delle preferenze dei consumatori.
Le risposte degli intervistati indicano come le possibilità di adattamento dei viticoltori ticinesi alle nuove sfide dettate dai cambiamenti climatici variano notevolmente in funzione della tipologia dei viticoltori. I professionisti agiscono in modo proattivo e stanno già adattando le loro strutture aziendali intensificando il monitoraggio fitosanitario, ottimizzando l’uso di prodotti chimici e concentrando la coltivazione delle varietà più suscettibili come il Merlot nelle zone pianeggianti e di fondovalle, dove è possibile una maggiore meccanizzazione della gestione.
Per i produttori a tempo parziale e per gli hobbisti risulta più complicato potersi adattare alle nuove condizioni ambientali e alle crescenti disposizioni legali per la gestione della vigna. Particolarmente a rischio risultano in questo ambito i tradizionali vigneti terrazzati, dove alle generali condizioni gestionali più difficili va ad aggiungersi in caso di presenza di pergole anche una più alta esposizione alle malattie crittogamiche. In queste situazioni gli impatti diretti dei cambiamenti climatici vanno a sommarsi alla già generalizzata tendenza all’abbandono della coltivazione della vite, ciò che sul lungo periodo avrà conseguenze che vanno oltre il settore vitivinicolo e che avranno ripercussioni sul paesaggio, sul settore turistico e sulle tradizioni e i modi di vita locali.
Una situazione, quella descritta dai viticoltori intervistati, che evidenzia ancora una volta di più l’urgenza di implementare aiuti supplementari e mirati per la viticoltura tradizionale, la cui gestione richiede notevoli sforzi sia in termine di mole che di pianificazione del lavoro. Senza iniziative in questo senso, molti dei vigneti tradizionali saranno destinati all’abbandono.
La pubblicazione originale in lingua inglese
(Bardsley, D.K., Bardsley, A.M., Conedera, M. (2023). The dispersion of climate change impacts from viticulture in Ticino, Switzerland. Mitigation and Adaptation Strategies for Global Change, 28(4), 16 (25 pp.).
Douglas K. Bardsley e & Annette M. Bardsley dell’Università di Adelaide, Australia & Marco Conedera, Istituto Federale di Ricerca WSL, Cadenazzo
può essere richiesta direttamente agli autori.