Dopo tre anni dall’inizio del suo mandato, ho incontrato Michele Fürst, Direttore del Centro professionale del verde di Mezzana, per chiedergli di raccontarmi questa sua nuova avventura iniziata quasi per caso. Ingegnere forestale di formazione, ha lasciato la propria ditta in mano a una fidata collaboratrice, per dedicarsi a tempo pieno alla direzione dell’Istituto scolastico professionale del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS).
«È sicuramente un percorso che mi sta dando molte soddisfazioni», mi dice Michele quando ci incontriamo. «Le sfide non mancano, ma come in ogni altra professione, superarle, o perlomeno lavorare per renderle sempre meno invalicabili, è il bello del mio lavoro. Ho riallacciato rapporti importanti con enti e associazioni che con il tempo, per i motivi più svariati, si stavano un po’ perdendo, in collaborazione con la Sezione della formazione industriale, agraria, artigianale e artistica della Divisione della formazione professionale. Sento che il Centro professionale del Verde (CPV) è riconosciuto sia dal lato educativo/professionale sia da quello promozionale per il settore primario».
L’arrivo a Mezzana
«Ho trovato una realtà che sinceramente mi immaginavo diversa. Ero già docente, quindi conoscevo la scuola con gli occhi appunto di un insegnante a tempo parziale. È interessante invece avere un quadro più generale di ciò che ruota attorno al sistema scolastico. La complessità delle professioni agricole, la particolarità degli attori che operano in questo mondo, i preconcetti che si hanno. Ho assunto la carica di direttore consapevole di avere un background professionale che non per tutti si addiceva alla posizione che dovevo ricoprire. Ma invece di lasciarmi influenzare da questi pensieri, ho deciso di fare la cosa che sapevo fare meglio: mettermi al lavoro duramente e dimostrare solo con i fatti quello che avevo da offrire. Mi sono prefissato di andare incontro soprattutto al settore agricolo, perché era quello che percepivo più lontano e forse anche un po’ “distaccato”. Nel nostro ruolo di formatori dobbiamo invece essere partner di questi attori, lavorare insieme, fare squadra. Credo che di passi avanti in questo senso siamo riusciti a farne e ad oggi posso affermare senza indugi di avere una bella collaborazione con gli enti e le associazioni che operano nel primario».
Passiamo poi a parlare del grande potenziale intrinseco alle mura del CPV e di senso di appartenenza: «mi sono reso conto anche a livello di percezione della popolazione, come l’“Istituzione Mezzana” sia parte integrante del territorio. Anche se la scuola e l’azienda sono attribuite a due Dipartimenti differenti, la collaborazione con il mio collega responsabile dell’Azienda agraria cantonale è ottima e portiamo avanti la stessa idea di sviluppo con uno spirito interdipartimentale. Come docente, dicevo, non mi sono mai reso conto di questo potenziale. Da direttore invece la mia visione è cambiata molto».

«Quando mi è stato proposto di candidarmi non volevo accettare. Il mio lavoro mi piaceva molto e la realtà che avevo creato con la mia ditta era solida e ben avviata. Dopo un periodo di riflessione lungo circa due mesi, ciò che ha fatto propendere l’ago della bilancia verso la mia candidatura è stato il fatto che avevo ancora qualcosa da dare, avevo ancora voglia di mettermi in gioco».
Sulla formazione
«Nell’ambito della selvicoltura avevamo già da anni dei numeri abbastanza alti. L’interesse sta aumentando malgrado ci siano alcune difficoltà fisiche legate agli attrezzi da usare nel bosco. La ricerca di professioni a contatto con la natura interessa sempre i giovani e le giovani. Siamo costantemente confrontati con l’utilizzo di mezzi informatici e tecnologici ma è anche normale che a un certo punto uno ricerchi un po’ di evasione verso l’essenza dell’essere umano, cioè il contatto con la natura stessa e non solo con la realtà artificiale. Abbiamo bisogno di fare altre esperienze, genuine e soprattutto concrete. Trovo sia davvero bello vedere i giovani che, alla fine della giornata, si ritrovano al bar senza la minima preoccupazione nell’indossare indumenti sporchi da lavoro. È un orgoglio per loro indossare la divisa ed è un esempio per tutti quelli che li vedono. Questo penso sia uno dei grandi potenziali: poter lavorare con dei giovani che sono qui perché lo vogliono davvero. La difficoltà fisica che devono sopportare nel loro mestiere li tempra ancora di più».
Oggi Mezzana offre numerose possibilità ai giovani appassionati della natura che desiderano intraprendere un percorso professionale nell’ambito dell’agricoltura, dell’allevamento, della viticoltura, della selvicoltura, e del giardinaggio. «Uno dei dati che riscontriamo sempre più spesso nelle professioni è che gli iscritti sono sempre di più adulti. La maggior parte hanno già esperienza e quindi seguono il percorso di formazione secondo “l’Art. 32”, senza dunque l’obbligo di partecipazione. Tutto ciò a volte non è semplice da gestire a livello di dinamica in classe. Gli adulti partecipano in modo attivo e questo è un bene ma alcune volte può mettere in difficoltà e creare disagio all’allievo più giovane.
Inoltre sussiste il grosso problema delle aziende formatrici: ci sono diversi giovani che hanno difficoltà a trovare aziende formatrici. Se in passato c’era mancanza di interesse a trovare persone che vogliono formarsi in ambito agricolo, oggi è il contrario, non ci sono abbastanza aziende che formano. Ma questo aspetto è presente anche in altri settori professionali».
Scambi e sinergie fra istituti scolastici
«Anche se in Ticino abbiamo qualche ritardo sia nello sviluppo della professione sia nella cognizione di chi si approccia alla professione, do molta speranza ai giovani. Bisogna agevolare il passaggio tra le aziende agricole e aumentare l’informazione e il supporto ai nostri allievi verso la formazione superiore e continua, che sia proposta da noi o all’esterno. Sono in corso diversi progetti per allacciare delle collaborazioni con i centri di Grangeneuve (FR), Changins (VD), Luiller (GE), Zollikofen (BE) e altri. Vogliamo creare una via facilitata ai nostri allievi interessati, così che possano informarsi e si possa agevolare eventualmente il passaggio da scuola a scuola. Oltre alle lingue, la mobilità è uno dei concetti di base che stiamo cercando di portare avanti in questo anno scolastico. Incitiamo le classi a spostarsi con le visite di studio e a creare sinergie e collegamenti con altri istituti scolastici nazionali e incoraggiamo gli stage di studio su un arco di tempo limitato, che si possano poi sviluppare anche al contrario, quasi come in uno scambio aziendale. Noi sosteniamo queste esperienze e per quanto possibile le supportiamo».
Nuovi percorsi
«Stiamo portando avanti un progetto grazie alla collaborazione con i colleghi dell’UCT e con la Sezione agricoltura, per un nuovo programma rivolto alla figura del gestore aziendale. Stiamo adattando questa formazione allo standard federale per proporre un brevetto federale. Dovremmo diventare operativi già quest’anno e sarà una formazione a moduli, che permetterà agli allievi di seguire delle tappe del loro percorso formativo anche in altre sedi scolastiche della Svizzera. Una rete di collegamento e di collaborazione tra istituti scolastici che permetterà di agevolare sempre la mobilità dell’allievo».
Tante le idee che ancora giacciono nel cassetto in attesa di essere realizzate, ma come è giusto che sia anche Michele Fürst è consapevole che bisogna proseguire un passo alla volta. L’entusiasmo e la motivazione non mancano, rimaniamo dunque in attesa di conoscere i nuovi sviluppi che percorrerà il nostro Centro di formazione del verde di Mezzana.
Prisca Bognuda