Quello scorso è stato un weekend all’insegna del bestiame minuto: due giorni di esposizioni caprine e ovine baciate dal sole al Mercato coperto di Giubiasco. Il sabato si è svolta l’esposizione cantonale caprina, a cui erano presenti molte razze, anche se in alcune categorie gli esemplari erano davvero pochi: Camosciate, Saanen, Toggenburgo, Pavone, Striate grigionesi, Vallesane, Mohair… Vedere così tanti esemplari di razze diverse è stata davvero un’occasione speciale. Per la tipica razza caprina ticinese, la Nera Verzasca, bisognava però attendere la domenica, quando un pubblico ancora più numeroso ha potuto assistere alla rangatura degli esemplari iscritti dapprima all’esposizioni nazionale e poi a quella cantonale. Contemporaneamente si è anche tenuta la punteggiatura cantonale degli arieti e nel corso della giornata si sarebbe dovuta svolgere l’assemblea della IG Nera Verzasca, che è stata però rimandata.

Ci siamo concentrati proprio sulla Nera Verzasca, che da anni è a rischio di estinzione.

La Nera Verzasca conquista gli allevatori d’oltralpe

Il numero di Nere Verzasca, lo si sa già, negli ultimi anni è calato molto. E se un tempo si contavano 1’800 esemplari iscritti al libro genealogico, oggi ce ne sono circa 750. Già alla Giornata della Capra lo si era detto: in Ticino, questa diminuzione è molto più marcata, mentre, al contrario, in Svizzera interna le capre NV sembrano convincere maggiormente gli allevatori e il loro numero continua ad aumentare. All’esposizione nazionale erano infatti presenti molti allevatori della Svizzera tedesca e, sui 146 esemplari iscritti nelle varie categorie, ben 59 arrivavano dal nord delle Alpi. Chi era presente domenica si sarà senz’altro accorto che gli allevatori venuti da oltre Gottardo hanno raggiunto ottimi risultati, collocandosi spesso e volentieri nelle prime posizioni e strappando la vittoria in diverse categorie. Addirittura, ad aver conquistato il titolo di Miss dell’esposizione nazionale è stata la capra Luna, di Janine Ruosch da Flüelen (UR).

«Va detto che gli svizzeri tedeschi stanno davvero lavorando molto bene e bisogna far loro i complimenti», ha detto Dante Pura, presidente della Federazione ticinese consorzi allevamento caprino e ovino. Con il calo di esemplari di Nera Verzasca in Ticino, «è un po’ una fortuna che in Svizzera interna si stiano dedicando al loro allevamento e che stiano facendo un buon lavoro». Il motivo principale, mi viene spiegato, è dato dal fatto che molti allevatori oltralpe hanno piccole greggi e nella maggior parte dei casi sono hobbisti; non orientando la propria attività di allevamento verso la produzione, investono molto più nella genetica. Anche l’esperto dell’esposizione Fabio Taddei mi conferma che il punto vincente per gli svizzeri tedeschi è quello di essere hobbisti, «con pochi animali, ma ottimali nelle caratteristiche che si vanno a cercare durante un’esposizione».

Il Mister Giubiasco 2023, Barack, con Remo Tami, e la Miss Giubiasco 2023, Luna, con Janine Ruosch all’esposizione nazionale di Nera Verzasca.

Al contrario, in Ticino molti allevatori hanno greggi miste e si cerca quanto più possibile di andare su razze caprine più redditizie: «chi fa l’allevatore cerca di sfruttare i propri animali il più possibile, per avere più resa alle stesse condizioni», mi dice Pura. «Un problema della Nera Verzasca, ad esempio, è dato dal fatto che vanno in asciutta prima rispetto ad altre razze».

Un altro tassello fondamentale per lo sviluppo ottimale di una capra, oltre a una buona genetica di partenza, è senz’altro l’alimentazione. «Oltralpe hanno spesso un foraggio di qualità migliore. Le capre quindi crescono più sane, fin da quando sono ancora piccole». La gestazione nelle capre giovani può invece avere effetti negativi sul corretto sviluppo degli animali: «durante la gestazione, molta energia va al capretto e spesso le capre che partoriscono troppo giovani non riescono a raggiungere una buona struttura e robustezza, ideale soprattutto alle condizioni delle nostre valli».

Due forme diverse di allevamento

Come mi ha detto Taddei, il livello degli animali presenti all’esposizione nazionale era in generale molto buono, ma anche a quella cantonale, malgrado fossero iscritti molti meno esemplari, gli allevatori ticinesi hanno raggiunto ottimi risultati mostrando grande impegno e passione nella preservazione della razza Nera Verzasca. Ad aver trionfato come Miss cantonale, riconfermando il titolo già ottenuto il weekend precedente alla Fiera di Rivera, è stata Natascia di Pierluigi Canepa. Ad affiancare quest’ultima, sul podio del Mister cantonale è salito invece il becco Pietro di Gabriele e Lia Dazio.

A fine giornata ho chiacchierato con i proprietari dei due campioni cantonali, che si sono detti «contenti e soddisfatti», anche se un po’ turbati dal fatto che con le tipologie di allevamento intraprese dai connazionali d’oltralpe si sta rischiando di perdere la tipicità della razza. «Oltre Gottardo puntano maggiormente allo sviluppo delle mammelle, mentre le caratteristiche della robustezza e della rusticità tipiche della Nera Verzasca stanno via via scemando: storicamente, la Nera è una razza a duplice attitudine, che con la propria stazza è ideale anche per la produzione di carne. Puntando solo sulla mammella rischiano quasi di diventare delle Saanen nere».

Anche Taddei mi dice che, mentre in Ticino si punta maggiormente sulla «robustezza dell’animale, adattabile alla realtà territoriale delle nostre valli», in Svizzera interna «curano più la configurazione della mammella e fanno pascolare in piano».

Il Mister Ticino Pietro, con Gabriele Dazio, e la Miss Ticino Natascia, con Pierluigi Canepa all’esposizione cantonale di Nera Verzasca.

L’unione fa la forza

È certo che la Nera Verzasca, oltre ad essere un bell’animale anche agli occhi dei profani, sia una razza adatta alla conformazione del nostro territorio. Per salvarla è però necessario che tutti gli attori in campo uniscano le forze. Anche Pura ammette che per lavorare bene sulla genetica e preservare la purezza della razza «in Ticino oggi bisogna andare a prendere i capi interessanti che non sono iscritti al consorzio». Lo dimostra il fatto che ad aver vinto il titolo di Mister all’esposizione nazionale è stato il becco Barack di Athos Tami di Malvaglia, iscritto nel libro genealogico nazionale, ma non in quello ticinese, motivo per il quale non ha potuto concorrere insieme agli altri becchi ticinesi nell’esposizione cantonale.

È in ogni caso essenziale che una razza come la Nera Verzasca venga preservata, così da poter continuare a sfruttare quei terreni di pascolo estensivo dove le vacche non riescono ad andare, quei «terreni “poveri” che poveri in realtà non sono». In gioco ci sono ancora una volta l’abbandono dei pascoli, l’avanzamento del bosco e la biodiversità degli ambienti di montagna. Ma anche l’orgoglio degli allevatori ticinesi, che alla Nera Verzasca le hanno dato il nome.

Andrea Arrigoni