Grande prontezza del comitato organizzativo che all’ultimo ha deciso di anticipare la manifestazione. L’ultima esposizione bovina regionale rimasta nel cantone è stata un successo sia per il livello dei capi presentati sia per l’afflusso di pubblico. Il fiore all’occhiello della Val di Blenio.
Quando inizio a chiedere informazioni a Nicola Croce per scrivere quest’articolo, a un certo punto mi dice, «massì dai, scrivi: in una giornata baciata dal sole…». In realtà al mattino il cielo era coperto e, come mi ha detto qualcuno, «nemmeno troppo caldo. Meglio così per gli animali». Ma soprattutto, e l’ho bloccato subito Nicola, se si è riusciti a celebrare il sessantesimo anniversario di Pian Castro, il merito va soprattutto al comitato che, quando ha visto che per lunedì 1° maggio era prevista pioggia, ha deciso ed è riuscito ad anticipare la manifestazione di due giorni. Giornata baciata dal sole quasi, ma non per caso.

I capi iscritti all’esposizione erano oltre 150 . «Grazie agli sponsor siamo riusciti ad incentivare il più possibile la partecipazione degli allevatori eliminando qualsiasi costo di iscrizione», ha proseguito Croce. «Ci sono categorie per tutte le razze presenti in valle e tutti gli allevatori iscritti, indipendentemente dal risultato ottenuto, riceveranno in premio un campanaccio». Nicola ha partecipato alla sua prima edizione di Pian Castro che era ancora un bambino e oggi sono davvero tantissimi i bambini che corrono nei prati o accarezzano le mucche ferme alle poste prima di entrare nel ring. Molti, concentratissimi, hanno anche sfilato con vitelle e manzette nel primo pomeriggio. La speranza è quella di ritrovarli qui tra una trentina d’anni, nella stessa atmosfera genuina e famigliare che si vive oggi. A Nicola chiedo se ci sono stati problemi per il cambio di data. «In realtà no. Quando abbiamo deciso, nel giro di pochissimo tempo ci siamo attivati e le cose sono andate davvero bene. È chiaro che in poco tempo abbiamo dovuto contattare un sacco di gente e alcune persone che avevano previsto di essere qui con la loro bancarella di vini o formaggi, purtroppo non ci sono potute essere. Eravamo anche preoccupati di non riuscire a far arrivare l’informazione a tutti, ma di gente ce n’è comunque tanta. E, a questo proposito, ci terrei a ringraziare, oltre a tutti gli allevatori che hanno partecipato, alle Donne Contadine e ai volontari che hanno aiutato durante la giornata, anche gli agricoltori che hanno messo a disposizione i prati qui accanto per aumentare l’area parcheggio».

Per la prima volta un mercato della Bruna
Non lontano dal ring, quest’anno, Braunvieh ha organizzato un piccolo mercato di compravendita di Bruna svizzera. A presiedere alle trattative di compravendita c’è Cecilia Boggini, che lavora per Braunvieh a Zugo e per l’azienda agricola di famiglia in valle. «Avrebbero dovuto esserci circa venti capi in vendita, poi però anticipando la data per sei animali non c’è stato il tempo di eseguire le analisi». Così sono una dozzina le Brune provenienti dal canton Svitto, dai Grigioni e dal canton San Gallo e prima di pranzo un paio erano già state vendute. «Noi di Braunvieh non gestiamo la vendita. Organizziamo solo il mercato, poi le trattative avvengono direttamente tra proprietario e acquirente». Nonostante in Ticino la Bruna svizzera sia ancora la bovina da latte più presente, sta aumentando il numero di Holstein, perché sulla carta hanno un potenziale di produzione di latte più elevato, ma per il territorio ticinese e soprattutto per l’alpeggio le caratteristiche della Bruna presentano ancora molti vantaggi. «I mercati vengono organizzati per la promozione della razza. Soprattutto in Svizzera romanda, ma visto che si è presentata l’occasione, perché non farne uno anche qui?». Sopra ogni capo esposto, in un foglio A4 appeso a un filo con due clip, sono riportate tutte le caratteristiche degli animali, chiare per gli addetti ai lavori un po’ meno per i profani. Cecilia me le spiega brevemente «Data di nascita, nome del padre e quello del padre della madre, data dell’eventuale inseminazione e indice totale dei valori». Non può naturalmente mancare la quantità di latte prodotta, ma qui la faccenda inizia a complicarsi un po’. A seconda dell’età dell’animale si può già conoscere la prima lattazione oppure una sua previsione in base allo standard di 305 giorni. Non mancano naturalmente le percentuali di grasso e di proteine del latte, così come la descrizione morfologica del capo. Scherzando, un’amica mi chiede se sto pensando di acquistarne una di Bruna. Se vendessi la mia auto di seconda mano, forse ce la potrei anche fare.
La star dell’esposizione è Darline, di Danilo Taddei e figli di Lottigna
In concorso, con il numero 109, si è infatti aggiudicata il titolo di Miss Pian Castro, di Miss Mammella e di Miss Indigena. Come spesso accade alle esposizioni cantonali si sono distinte anche bovine di Matthias e Melanie Vitali di Olivone, che con la primipara Nozza hanno conquistato il titolo di Vice Miss e la menzione d’onore oltre al titolo di vice miss indigena con Felicity, una vacca di terzo parto. Il titolo di Miss Giovani, riservato alle manze, se l’è invece aggiudicato Alexys, di Delio e Brian Gianella di Lottigna.

Per approfondire i criteri di valutazione ho approfittato della competenza di Simone Tabacchi, allevatore di Fusio, presidente dei Giovani Allevatori Ticinesi, che seguiva l’esposizione a bordo ring. «Nella valutazione complessiva la mammella vale il 40%. Trenta la mammella e 10% i capezzoli. Il telaio, che va dal garrese alla profondità dei fianchi, alla larghezza del torace e all’ampiezza del costato e la linea dorsale è il 25%. 10% la groppa, che praticamente sono gli ischi, la posizione dell’anca e la larghezza e l’inclinazione del bacino, così che il vitello possa uscire con facilità, e gli arti sono un altro 25%». Simone ha partecipato e si è distinto in esposizioni zootecniche sia a livello cantonale che nazionale. Ne ho approfittato quindi per chiedergli un giudizio sull’esposizione di Pian Castro. «Il livello è davvero molto alto. Gli allevatori non sono tantissimi, ma parecchi di loro hanno soggetti davvero incredibili. Non è un caso se questi stessi soggetti si sono piazzati bene un mese e mezzo fa a Giubiespo e in altre fiere nazionali. Il livello è davvero notevole». Diversi allevatori però non partecipano alle esposizioni, come mai? Le ritengono una perdita di tempo? «Per tanti è così. Io però la vivo in un modo diverso. Nell’agricoltura ci sono davvero tanti problemi, per me è anche un diversivo, perché molti dei problemi che abbiamo non dipendono da noi, sono più legati alla politica agricola, la meteo o ai grandi predatori, fattori che non possiamo controllare. Per me le esposizioni sono una bella occasione per confrontarsi e per essere fieri dei propri animali, e anche un’occasione per pubblicizzare e creare un mercato ai propri animali. Io sono orgoglioso dei miei animali e mi piace il confronto. E la competizione la vivo sportivamente. Poi una classifica definitiva non c’è mai, perché le vacche partoriscono di nuovo, cambiano da un mese all’altro e la classifica di oggi è già diversa da quella di Giubiasco di un mese fa. Se si tengono bene, tutti possono presentare animali di ottima qualità».

E qual è la relazione tra gli esiti di un concorso e la qualità di un animale? «Le vacche che arrivano nei primi ranghi alle esposizioni sono animali molto produttivi e funzionali. Se una vacca ha un grande volume corporeo, una linea dorsale solida e un costato molto profondo e ampio, ha molto spazio per assimilare foraggio grezzo e produrre latte. Se ha una groppa larga e ben inclinata è un animale più fecondo che avrà meno problemi per quanto riguarda il parto ed è più facile da ingravidare. Se ha un apparato motorio in ordine, con arti e piedi sani, si muove bene nei nostri alpi e anche in stalla. Una vacca con una mammella di qualità e con dei buoni attacchi produce latte di qualità e ci saran meno problemi con le cellule somatiche, se i capezzoli sono ben piazzati e delle giuste dimensioni sotto ai quarti sarà più facile l’applicazione della mungitrice e lo svuotamento della mammella. Teoricamente si cerca di premiare la vacca che non sia solo la più bella, ma in base ai criteri anche la più funzionale».
Classifiche
Miss Pian Castro:
DARLINE,
di Taddei Danilo e figli, Leontica
Vice Miss:
Cadalbert’s Pete NOZZA,
di Vitali Matthias e Melanie, Olivone
Menzione d’onore:
Vitali Top TI Calvin FELICITY,
di Vitali Matthias e Melanie, Olivone
Miss Mammella:
DARLINE,
di Taddei Danilo e figli, Leontica
Vice Miss Mammella:
Tabacchi Top BS Salomon ALASKA,
di Vitali Matthias e Melanie, Olivone
Miss Indigena:
DARLINE
di Taddei Danilo e figli, Leontica
Vice Miss Indigena:
Vitali Top TI Calvin FELICITY,
di Vitali Matthias e Melanie, Olivone
Menzione d’onore Indigena,
Sun Valley Genox-Boy MELANIA,
di Taddei Danilo e figli
Miss Giovani:
ALEXYS
di Gianella Delio e Brian, Lottigna
Prima classificata tra le Brune Originali:
Burkhard-Alig Troy FANTASIA,
Azienda agricola Croce, Campo Blenio
Prima classificata tra le Holstein:
LUNA,
di Taddei Danilo e figli, Leontica.
Cristian Bubola