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Alcuni problemi con le colture dell’orto

Chi coltiva un orto è sovente confrontato con alcuni problemi che per fortuna possono esser facilmente prevenuti. Ecco alcuni ortaggi comunemente presenti nei nostri orti e per ciascuno indicazioni che possono in parte limitare le difficoltà che spesso si riscontrano.


Carote e prezzemolo

Scarsa germinazione delle semine

I semi di carota e prezzemolo sono fragili e per natura lenti a germogliare. Inoltre, se la superficie del terreno si indurisce o si asciuga eccessivamente, la percentuale di germinazione può essere molto bassa. È quindi importante interrare i semi superficialmente (al massimo mezzo centimetro di profondità) e se possibile ricoprirli con un terriccio leggero e aerato, che non abbia tendenza a compattarsi. Nei primi giorni è pure molto positivo mantenere ben umido il suolo in superficie innaffiando delicatamente a pioggia con gocce molto fini: grosse gocce che cadono da forti getti possono infatti compattare il terreno.


Radici biforcute e deformate

Spesso nei nostri terreni le carote risultano deformi e/o biforcute. La colpa è semplicemente da ricercare nella tessitura del terreno. Per ottenere belle carote, è necessario avere un terreno leggero, profondo e privo di pietrisco. L’incorporazione di abbondante composto prima della semina può ridurre, ma purtroppo non eliminare, l’insorgenza di questo inconveniente.



Mosca della carota

Le larve della mosca della carota perforano radici, causando successivamente la marcescenza delle stesse. Il danno non è spesso visibile fino al momento della raccolta. Il colpevole è un piccolo insetto (Psila rosae) che può causare danni significativi anche alle colture di prezzemolo e sedano, specie appartenenti alla medesima famiglia botanica. Per ridurre l’insorgenza del parassita, aiuta la rotazione delle colture e, per la carota, la copertura della base delle piante con della terra (leggera rincalzatura). Possibile anche la copertura delle colture con una rete antinsetto a partire da fine giugno.


Pomodoro

Necrosi apicale

La bacca si forma ma la punta del frutto annerisce, necrotizza e spesso marcisce. Questa manifestazione è denominata anche marciume apicale e comunemente nota come “culo nero”. Tocca principalmente le varietà allungate (peretti) e le tipologie a frutto molto grosso e/o costoluto (Cuore di bue, Marmande)

Non si tratta di una malattia di origine da fungo parassita, bensì di una carenza dovuta alla scarsa assimilazione del calcio da parte della pianta. Non perché il calcio è effettivamente insufficiente nel suolo (questo accade molto raramente), ma piuttosto perché le radici non riescono ad assorbirlo per mancanza di umidità dell’aria. Per difendersi da un possibile appassimento in seguito all’aria troppo secca, le foglie chiudono gli stomi, che sono le aperture che permettono l’evaporazione dell’acqua assorbita dalle radici. Il calcio viene di conseguenza prelevato all’interno dei frutti in formazione, poiché non fornito dalle radici. La soluzione per ridurre l’inconveniente è relativamente semplice: mantenere umido il terreno e “docciare” le piante per un paio di minuti nei momenti più caldi della giornata, questo per aumentare l’umidità relativa dell’aria attorno alle piante. È inoltre importante non lasciare asciugare eccessivamente il suolo!


Fiori che abortiscono e cadono

Le piante di pomodoro vegetano correttamente e fioriscono bene, ma i fiori cadono senza dare origine al frutto. Sono spesso le alte temperature diurne (superiori a 32 °C) o quelle inferiori a 12 °C, che di regola causano l’aborto dei fiori. Le temperature elevate rendono il polline sterile, mentre quelle basse non permettono al polline di staccarsi dalle antere. E senza fiori, non c’è frutto! La situazione si normalizzerà con il ritorno a temperature più consone. A inizio raccolta, un aborto dei fiori è spesso dovuto anche all’eccessivo carico di frutti sulle piante. Anche in questo caso aiutano interventi di aspersione nei momenti più caldi della giornata. Con il pomodoro è inoltre importante non avere fretta nei trapianti. Anche una messa a dimora troppo precoce può portare alla caduta dei fiori.


Malattie crittogamiche

Diverse malattie di origine crittogamica possono attaccare i pomodori, ma la più virulenta è sicuramente la peronospora. La dimostrazione l’abbiamo vissuta la scorsa primavera quando numerose colture negli orti domestici così come nelle parcelle di alcuni orticoltori professionisti hanno subito gravi danni, con notevoli perdite di produzione. Si tratta della conseguenza del fungo Phytophthora infestans che coinvolge foglie, steli e frutti. Quando i primi sintomi si presentano è assai difficile eliminarlo, può però essere prevenuto. Sono utili una buona rotazione e un corretto distanziamento delle piante, in modo da permettere un’adeguata circolazione dell’aria tra la vegetazione. È importante anche evitare che il fogliame rimanga bagnato durante le ore notturne. Questi sono tutti accorgimenti da prendere per cercare di tenere lontana la malattia. Tuttavia, tutto dipende sempre dalle condizioni climatiche, e in caso di primavere e periodi estivi umidi e freschi, non è possibile operare senza interventi preventivi con fitofarmaci. Applicazioni regolari sin dall’inizio di prodotti fitosanitari a base di rame permettono infatti di ridurre il rischio di attacchi.


Peperoni

Piantagione troppo precoce

I peperoni odiano il freddo e capita sovente che le primavere siano ancora fresche. Piantando il peperone in queste situazioni in un terreno freddo la produzione è rallentata per tutta l’estate, poiché facilmente avviene la fecondazione del primo fiore, che “ruba” tutte le energie alla vegetazione. Per procedere alla messa a dimora del peperone, attendere una temperatura minima notturna di 13 °C, che di regola si ha verso il 10 maggio.


Pochi frutti

La pianta è bella e solida, fiorisce bene, ma porta pochi frutti. Il problema è spesso dovuto alla scarsa impollinazione. Gli insetti impollinatori visitano meno i fiori quando piove, fa freddo o fa molto caldo. È poi da considerare il fatto che per loro i fiori del peperone non sono particolarmente attrattivi. Uno stratagemma: è possibile stimolare l’impollinazione, scuotendo le piante in fine di mattinata. Questa operazione smuoverà il polline dalle antere e cadrà sullo stigma; permettendo quindi di migliorare la produzione.


La vegetazione rimane bloccata

Il peperone, e anche la melanzana, emettono di regola il loro primo fiore già dopo poche foglie, che facilmente si feconda solo parzialmente, dando origine subito alla bacca. La fecondazione di questo fiore induce la pianta ancora giovane a concentrare buona parte delle sue energie sul frutto in formazione, a detrimento della vegetazione, che rimane di conseguenza bloccata. Utile quindi togliere questo fiore/frutticino, per indurre la pianta a indirizzare le sue energie alla formazione di superficie fogliare.


Rapanelli e barbabietole

Radici che non si formano in modo corretto

La causa è da ricercare nell’eccessiva densità di semina. Si deve considerare il fatto che le piante necessitano di spazio sufficiente. Un seme sulla fila ogni 1,5 cm per il rapanello e 5 cm per la barbabietola è perciò un parametro confacente a queste due ortive. Per la barbabietola, specie che produce glomeruli con più semi, per raggiungere la densità voluta è inoltre necessario eseguire un diradamento.

Per il rapanello la scelta di una varietà non adatta alla stagione può condurre alla non formazione corretta della radice (controllare l’idoneità della varietà al periodo).


Semine che non germinano o germinano male

A volte si deve solo avere pazienza. In particolare carote, finocchio e prezzemolo, possono impiegare tre settimane o più per germogliare. È anche possibile che i semi di alcuni ortaggi siano stati piantati in un terreno ancora freddo; alcune piante come cornetti, zucchine o mais richiedono temperature già elevate.


Zucchine, meloni e zucche

I frutti si formano, non ingrossano e marciscono

Questo è un sintomo di scarsa impollinazione: le api non hanno potuto fare il loro lavoro. La presenza di tali frutti è abbastanza comune per le zucchine, principalmente all’inizio della raccolta, in certi casi a causa della mancanza di fiori maschili sulle piante. Un’altra causa può essere un periodo eccessivamente umido e fresco oppure molto caldo. La fecondazione non ha avuto luogo, poiché il polline dei fiori maschili non ha potuto raggiungere i fiori femminili.


Teoricamente l’impollinazione può anche essere effettuata al posto delle api. Si preleva un fiore maschile e si rimuove la sua corolla. Con l’aiuto del “pennello” che si ottiene, lo stigma a forma di corona al centro del fiore femminile viene “dipinto” con il polline. Grazie a questo intervento il frutto potrà formarsi in modo corretto senza l’intervento di insetti pronubi.

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