Conigli di razza: la riproduzione
- agricoltore-ticinese
- 7 apr
- Tempo di lettura: 5 min
L’inizio del nuovo anno coincide solitamente con l’inizio degli accoppiamenti: è ora di scoprire se i riproduttori tramanderanno le loro migliori caratteristiche ai propri discendenti.
Preparare i riproduttori
Chi ha tenuto per tutto l’anno in gabbia i riproduttori usati nella primavera precedente dovrà cominciare a partire almeno dai primi giorni di dicembre a pesarli, non è raro accorgersi che durante l’estate siano stati foraggiati ogni giorno, senza grossi controlli, e magari diversificando le quantità date. In questo caso saranno arrivati alle porte dell’inverno quasi certamente oltre il peso ideale, quindi troppo grassi. Di per sé un maschio in carne e appena oltre il peso ideale non porta grossi problemi, giova alla sua energia. Discorso assai diverso per la femmina, in quanto il grasso in eccesso provoca difficoltà nella produzione di latte e soprattutto difficoltà ad essere fertile, ancor più problematica. Se ci si accorge in tempo del problema si ha la possibilità di diminuire la quantità di mangime o cessarlo momentaneamente, almeno per il tempo necessario, senza però far mai mancare il fieno, importante per il sistema digestivo e per l’abrasione dei denti costantemente in crescita. Se invece i riproduttori sono stati acquistati da poco risulteranno sicuramente ancora nel peso ideale.
Altro lavoro utile e importante è il controllo degli organi genitali di entrambi i sessi: ferite, infezioni, mancanza di uno o entrambi gli scroti, pene rotto o problemi alla vagina sono fattori gravi che compromettono la riuscita della monta.
Altra caratteristica scoperta anni fa è la potenziale presenza massiccia di vermi intestinali: prolificano e creano problemi fastidiosi nell’assimilazione corretta degli alimenti e nelle femmine conducono a problemi di fertilità. Se mentre viene espulsa la pallina di sterco si nota la presenza di questi vermi di colore bianco sull’orlo dell’ano è opportuno rivolgersi ad un veterinario che darà una medicina liquida (Panacur) da somministrare per 5 giorni per via orale tramite siringa.

Indurre il calore
Per prima cosa è opportuno sapere che il maschio una volta al cospetto della femmina accende i suoi istinti e tenta subito l’amplesso, diverso invece il discorso per la femmina. Capita che al cospetto del maschio lei rifiuti le attenzioni adagiandosi sul fondo della gabbia oppure schiacciandosi in un angolo. Inutile insistere o forzare la cosa, non è il momento adatto, quindi bisogna toglierla e rimetterla nel suo box.
Allora, come ci si comporta? Chi deve tenere un calendario delle nascite precoci in coincidenza delle mostre addotta qualche stratagemma. Il primo, classico, è quello di mettere della paglia proveniente dalla gabbia del maschio inumidita della sua urina in quella della femmina, sentire il suo odore risveglia il desiderio. Attenzione: questa operazione è da ripetere più volte perché non c’è una garanzia che con una sola volta poi funzioni la monta. Alcuni utilizzano la vitamina E liquida, che si può trovare dal veterinario: vengono aggiunte nel mangime due gocce che la femmina assimilerà mangiando. Mandorle oppure noci secche sono ricche di questa vitamina ma attenzione a non abusarne perché sono ricche pure di proteine, quindi l’eccesso può provocare disturbi intestinali. L’ideale è una volta al giorno per pochi giorni. Altro sistema adottato è l’aggiunta alla razione quotidiana di avena grossa, oppure di verdure in moderata quantità. Se una femmina rifiuta un maschio in particolare, presentarla ad un altro può aiutare, anche solo alla vista e sentendo il suo odore. Tenere delle femmine vicino ai maschi nella stalla in questo periodo aiuta, discorso diverso poi nel resto dell’anno quando si preferisce tenere ben separati i sessi proprio per non agitare gli animali inutilmente.
Vi sono due sistemi utilizzati per la monta: quella che si consuma nella gabbia del maschio e quella denominata “monta controllata” che avviene generalmente su un tavolo. È importante nel primo caso ricordarsi di mettere sempre la femmina nella gabbia del maschio e mai il contrario: lui dovrà sentirsi padrone dei suoi spazi e la femmina cedere alla sua presenza. Il contrario farebbe scaturire una lotta aggressiva da parte di lei sentendosi in pericolo nel suo ambiente: se non si interrompe subito l’errore potrebbe scaturirne il ferimento di lui e/o addirittura portarlo ad uno “shock” facendogli sparire per sempre la libido. La monta su tavolo invece avviene su terreno neutro, si pratica quando si vuole evitare che i riproduttori si feriscono cadendo dal balcone sopraelevato del box gabbia oppure impigliandosi nella rastrelliera del fieno mentre si rincorrono nella gabbia. Inoltre, su un tavolo, entrambi gli animali si ritrovano in un ambiente nuovo.
Personalmente, allevando conigli di taglia piccola, inizio le monte tra metà febbraio e metà marzo che cadono così in un periodo dove il ciclo della luce si allunga, le temperature sono in aumento e negli animali si accende l’istinto della riproduzione. Va detto che, tranne nella stagione estiva dove il troppo caldo influisce negativamente sia sulla qualità dello sperma sia sulla produzione di latte, il coniglio si può riprodurre sempre. L’incognita dell’inverno invece sta nel potenziale gelo che potrebbe portare problemi ai piccoli nati.
Se noto che mettere la paglia del maschio nella gabbia della femmina non funziona tento di mettere per una notte la femmina nella gabbia del maschio e viceversa. L’impatto di alcune ore con il forte odore del riproduttore può mettere in calore la coniglia, l’indomani rimetto il maschio nel suo spazio e lei per un attimo la tolgo. Una volta che ha ripreso controllo della sua “casa” gli presento la femmina e spero che questa volta avvenga l’accoppiamento.

La monta e dopo
Non immaginiamoci gesti di carinerie, rose e champagne da parte del maschio, lui va dritto al sodo. Una monta dura pochi secondi, se la femmina è in calore e pronta, addirittura appena appoggiata al suolo allunga la pancia e alza il bacino con la coda bella verticale, il maschio la penetra e in massimo 2/3 secondi di rapporto avviene l’orgasmo che si tramuta in un corto ma deciso gemito da parte di lui mentre si lascia cadere su un fianco. In un attimo ritorna in sé e riprende le forze accanto alla femmina. Qualche gentiluomo lecca il pelo di lei sulla nuca e, dopo alcuni minuti, a dipendenza dell’età (diciamo sotto i 4 anni secondo la razza o taglia), vi è un rapido recupero energico che lo porta a desiderare un secondo amplesso. Altre volte può capitare che la femmina resista alle avance per alcuni secondi quindi avviene una piccola rincorsa roteando entrambi negli spazi della gabbia prima che la femmina ceda all’insistenza marcata del maschio. Si tende sempre a voler aspettare una seconda monta, con l’idea che questo aumenti la probabilità di successo, ma in realtà è sufficiente una volta. L’ovulazione è indotta dal rapporto sessuale e inizia 10 ore dopo lo stesso. È più utile tentare un secondo accoppiamento entro queste ore.
Per capire agli inizi della gestazione se l’accoppiamento ha funzionato noto due particolari: la femmina diventa aggressiva (segno di paura e autodifesa ottimi indicatori che sia incinta) e mette costantemente a soqquadro la gabbia e la sua lettiera inumidendola di urina per marcare i suoi spazi. Attorno ai 15/18 giorni di gestazione si possono sentire se sono presenti i feti palpando l’addome che sarà ingrossato, operazione più facile per mani esperte. Pesarla durante i 31/32 giorni di gestazione aiuta a comprendere se il peso aumenta, somministrare il mangime e il fieno costantemente e aggiungere qualche pezzo di finocchio aiuterà a favorire la produzione di latte.
Per eventuali domande, oppure per chi fosse interessato ad allevare conigli di razza, scrivere all’indirizzo e-mail: sac-camorino@outlook.com.
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