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Sono anni tutt’altro che facili per l’allevamento ovino e caprino

All’assemblea della Federazione dei consorzi ovini e caprini di domenica scorsa, nel bilancio complessivo 2024-2025 tratto da Dante Pura, oltre al costante problema rappresentato dal lupo sono state affrontate anche la questione del risanamento della zoppina, iniziato lo scorso 1° ottobre e tuttora in corso, e la comparsa della lingua blu. Unica nota positiva: i conti della Federazione sono in salute.


Da sinistra: Luca Prestinari, Fabio Taddei, Tiziano Monaco, Dante Pura, Moira Schera, Massimo Ferrari, Daniele Barenco e Armando Lanzetti.
Da sinistra: Luca Prestinari, Fabio Taddei, Tiziano Monaco, Dante Pura, Moira Schera, Massimo Ferrari, Daniele Barenco e Armando Lanzetti.

La mattinata all’agriturismo AgriDaMe a Lodrino si è aperta con il rapporto sulla gestione dello scorso anno, in cui si sono ripercorse le principali attività svolte dalla Federazione.

Partendo dalla valutazione delle pecore e degli arieti in azienda e dall’esposizione degli arieti nella formula “Lui & Lei”, che ha riscosso un buon successo, ed è stata proposta durante la Fiera di Rivera lo scorso 23 marzo.


Anche per l’esposizione cantonale di capre e becchi del 6 aprile ‘24 a Giubiasco è stata espressa soddisfazione: «Fa sempre piacere vedere l’entusiasmo e l’impegno di molti giovani, e quest’edizione è stata davvero un bell’esempio», ha detto Dante Pura.

Come per le pecore, anche la valutazione delle capre nelle aziende si è svolta regolarmente, a partire da fine aprile 2024.

Smercio della carne e della lana di pecora

Si è poi passati, anche considerando il periodo dell’anno, al mercato dei capretti che avviene quasi esclusivamente in vendita diretta. Basti pensare che tramite i mercati nel 2024 ne sono stati venduti solo 17. In base però a quanto riferito da alcuni allevatori, ha comunicato Dante: «si fatica sempre di più a vendere la carne di capretto al di fuori del periodo pasquale».


I mercati ovini nel 2024 si sono potuti svolgere in modo regolare con «una buona affluenza sulle piazze di Cresciano e Castione. Su altre piazze, ad esempio Cevio, si è invece iniziato a sentire la mancanza degli allevatori che hanno interrotto l’attività». Dante Pura ha ricordato che se non si raggiungerà il numero minimo di 100 capi iscritti, in futuro non sarà più possibile organizzare il mercato. Ha inoltre invitato tutti i presenti a richiedere il certificato GQ-carne, così da non subire la detrazione di 35 cts al chilo sottolineando che in futuro senza il label non sarà nemmeno garantita la presa a carico da parte dei compratori. Per ottenerlo, ci si deve rivolgere al Servizio dei controlli dell’agricoltura, responsabile Matteo Minoggio.


Per quanto riguarda i dati precisi, nel 2024 sono stati venduti tramite la Commissione Mercati Bestiame Ticino 3’907 agnelli, 720 pecore, 35 montoni e 17 capretti, come riportato nel dettaglio da Massimo Ferrari. Per quanto concerne il ritiro della lana, che avviene sempre in primavera e in autunno a Castione, l’anno scorso ne sono stati ritirati in totale 5’916 kg. Al riguardo, è stato evidenziato come «l’acquirente stia diventando sempre più critico rispetto alla qualità, suscitando qualche malcontento tra gli allevatori».


Risanamento zoppina e arrivo della lingua blu

Ampio spazio della mattinata è stato dedicato al progetto di risanamento della zoppina. Non è mai semplice attuare le misure previste e, oltre alle difficoltà legate al carico di lavoro supplementare e ai costi, c’è stato anche chi si è lamentato per un’informazione lacunosa: soprattutto per quanto riguarda quello che si può fare quando, una volta effettuati i 12 bagni previsti agli unghielli, il gregge risulta ancora positivo all’epizoozia. Moira Schera, segretaria della Federazione, ha invitato i presenti, in caso di dubbi, a rivolgersi al veterinario di condotta e ha ricordato a chi avesse ancora necessità di acquistare il prodotto, che può ora trovarlo presso la Fela di Cadenazzo. Da ultimo, alcuni presenti si sono chiesti come mai il piano di risanamento non preveda la verifica della presenza dell’epizoozia nei capi prima del carico all’alpe.


Evoluzione della diffusione del lupo in Ticino

L’ultima relazione della mattinata, e tra le più sentite, è stata quella di Armando Donati che ha aggiornato i presenti su come stia evolvendo la presenza del lupo partendo da quanto esposto da Dante Pura. Lo scorso anno infatti «molti allevatori e alpigiani, sia di ovini sia di caprini, hanno subito una pressione costante a causa del predatore con scarichi anticipati degli alpi, e tutte le conseguenze che ne derivano».


Donati ci ha tenuto innanzitutto a precisare come in realtà ci siano delle buone notizie, infatti sia a livello internazionale, con la modifica della Convenzione di Berna, sia a livello nazionale, con la nuova Ordinanza sulla caccia, lo stato di protezione del lupo si è ridotto, come dimostrato anche dal numero di abbattimenti che è passato dai 16 del 2021 ai circa 107 nel 2024. La domanda però è: «Ma quanti lupi ci sono in Svizzera?».


Si stima tra i 400 e i 500 esemplari, con una percentuale di abbattimento che corrisponde, a livello federale, a circa il 20%. Percentuale che scende però al 6% in Ticino, sempre in base ai dati forniti da APTdaiGP. A partire da questo dato si è così affrontata la questione su come viene gestito il lupo a livello nazionale e delle differenze che si registrano invece nei diversi Cantoni


Due mozioni a sostegno degli allevatori di bestiame minuto

Sem Genini, presente all’assemblea in qualità di segretario agricolo dell’UCT e di granconsigliere, ha ricordato al proposito che nella prossima sessione parlamentare verranno discusse due mozioni, entrambe depositate dallo stesso Genini e che hanno già ricevuto un sì dalla Commissione ambiente, territorio ed energia, che chiedono: la prima un risarcimento per i capi dispersi e la seconda di dotarsi di un piano d’azione cantonale per la gestione e la regolazione del lupo. Sem ha inoltre ricordato a tutti che «la distinzione tra alpi proteggibili e non proteggibili non è più inclusa nella relativa ordinanza e che andrà definito per ogni azienda un concetto specifico di protezione». L’invito è stato quindi quello di valutare e considerare con attenzione quanto proposto con le schede appena ricevute dalle aziende in merito alla loro proteggibilità, ed elaborate in seguto allo studio svolto da Silvio Guggiari della Sezione dell’agricoltura, prima del carico all’alpe e considerarne l’effettiva attuazione con le autorità preposte.


Aggiornamento progetto feromoni

Sempre Armando Donati ha aggiornato i presenti sui risultati della fase di test effettuata da Federico Tettamanti e Studio Alpino con i collari a feromoni, e il relativo finanziamento giunto in Ticino dalle associazioni di settore, comuni e privati. Alla fase di test hanno preso parte molti più capi – di ovini, bovini, caprini ed equini – di quelli previsti, passando da 1’000 a quasi 2’000.  A sostegno del progetto sono stati raccolti 15’000 franchi, provenienti per metà dalla Federazione dei consorzi ovini e caprini, e per l’altra metà da UCT, APTdaiGP e da privati. Inoltre, a coprire parte del costo dei collari, partecipano anche il Comune di Capriasca e la Società agricola valmaggese. «Per evitare che qualcuno benefici di un sostegno maggiore rispetto ad altri, si è deciso così di sostenere chi non riceve aiuti supplementari con un importo di 10.50 fr. e con uno di 7.20 fr. chi invece riceverà già un altro aiuto». Armando ha inoltre aggiornato i presenti sui nuovi costi dei collari, che d’ora in avanti saranno commercializzati da Fenaco e non più da Studio Alpino, e comunicato che nelle prossime settimane verrà pubblicato sull’Agricoltore Ticinese un articolo di approfondimento con tutti i risultati ricavati dalla fase di test dei collari a feromoni.

Da ultimo: Per le aziende che si trovano al momento sotto sequestro per il piano di risanamento della zoppina, e che non possono quindi portare i propri animali sulle piazze di mercato, Eliane Jemini sta cercando di organizzare una vendita apposita. Chi fosse interessato è pregato di annunciarsi allo 079 307 04 92.

Armando Donati, presidente dell’Associazione per la protezio- ne del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP).
Armando Donati, presidente dell’Associazione per la protezio- ne del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP).


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